La Spagna, se ci si trova dall’altra parte del Mediterraneo, senza visto, la si raggiunge in due modi: con una barca, patera la chiamano lì, simile a quelle che arrivano sulle coste nostrane dell’isola di Lampedusa, oppure su uno dei tanti traghetti che partono dalle città spagnole di Ceuta e Melilla in territorio marocchino, nascondendosi sotto i tir pronti per l’imbarco. La scelta dipende da vari fattori, la disponibilità economica in primis visto che un viaggio in patera può costare alcune centinaia di euro, o il timore del mare, che si sente di meno se lo si attraversa su un traghetto da 28.000 tonnellate. L’epilogo comunque è solitamente, e tristemente, lo stesso e dopo alcuni anni passati a studiare o a lavorare in nero in Spagna, questi giovani migranti senza documenti, al primo controllo vengono rimpatriati nel loro Paese e ricominceranno il proprio percorso migratorio dal punto di partenza
Traghetto o patera è la terza tappa di Questo mare è di piombo, un percorso sonoro sulle sponde del Mediterraneo realizzato da Amisnet nell’ambito del progetto “Across the sea”,con il contributo della Anna Lindh Foundation e in partenariato con il Servizio Civile internazionale, Active vision, Geminarie group,Asociacion pro Derechos Humanos de Andalucia
Questo mare è di piombo è la storia collettiva di alcune delle rotte che attraversano il Mediterraneo raccontata da migranti, guardie di frontiera, pescatori e trafficanti. Un audio reportage in 12 tappe, che si snoda lungo i confini, i centri di detenzione, i porti secondari e le tante terre di nessuno disseminate sulle coste. Luoghi in cui il tempo è sospeso e i migranti restano in attesa di una porta che si apra per poter passare alla tappa successiva. Dall’enclave spagnola di Melilla, al centro di Masra a Malta passando per il porto di Zarzis in Tunisia e poi la Libia, il Sinai e il confine con Israele.
Dal 18 marzo fino al 3 giugno ogni martedì i 12 audio-cortometraggi saranno pubblicati su Redattore sociale e su Amisnet.